sarto, chi taglia i vestimenti e li cuce.
L’arte del confezionamento dei vestiti su misura ha avuto la massima diffusione negli anni ’60, dando origine a dei veri specialisti, quali modisti, bustai, cravattai, camiciai, causunari (chi cuciva i pantaloni) e interessando i ceti alti e medi, con esclusione delle famiglie di basso ceto che provvedevano in proprio al confezionamento dei vestiti, grazie anche alla diffusione delle macchine da cucire (“Singiri”, ad esempio). in ogni cortile c'era sempre qualcuno che faceva da mastra.
Chi faceva ricorso al custureri doveva avere molta pazienza (per la lungaggine).
Prima bisognava scegliere il modello, poi la stoffa, il colore, prendere le misure, fare le prime prove con la stoffa 'ngiumata (imbastita), fare le prove a stoffa cucita, e finalmente con la prova finale era solito sentir dire "Stu vistitu ti casca a pinnello", per dire che il lavoro era stato fatto ad arte.
L’arte del confezionamento dei vestiti su misura ha avuto la massima diffusione negli anni ’60, dando origine a dei veri specialisti, quali modisti, bustai, cravattai, camiciai, causunari (chi cuciva i pantaloni) e interessando i ceti alti e medi, con esclusione delle famiglie di basso ceto che provvedevano in proprio al confezionamento dei vestiti, grazie anche alla diffusione delle macchine da cucire (“Singiri”, ad esempio). in ogni cortile c'era sempre qualcuno che faceva da mastra.
Chi faceva ricorso al custureri doveva avere molta pazienza (per la lungaggine).
Prima bisognava scegliere il modello, poi la stoffa, il colore, prendere le misure, fare le prime prove con la stoffa 'ngiumata (imbastita), fare le prove a stoffa cucita, e finalmente con la prova finale era solito sentir dire "Stu vistitu ti casca a pinnello", per dire che il lavoro era stato fatto ad arte.
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