07 dicembre 2019

Ciaramiddaru



Ciaramiddaru, suonatore di ciaramedda, cornamusa, strumento musicale a fiato, composto di un ùtru (sacca di pelle di capra per la riserva d'aria), a vùsciula (blocco di legno con tre canne, una per dargli fiato e le altre due per suonare).
Fondamentalmente l'attività si svolgeva nel periodo natalizio davanti la cona o il presepe, i cui preparativi si facevano coincidere con il giorno dell'Immacolata.
I ciaramiddara scendevano numerosi da Maletto, Bronte o Randazzo, con lo strumento stretto su un fianco, ricoperti dalle loro robuste pelli e calzando calosce di gomma, i scarpitti ‘i pilu, per cercare  i clienti (parrusciàni), dove fare le suonate.
Ciò avveniva a cominciare dal giorno di Santa Lucia fino alla vigilia di Natale.
Per i bambini era una grande festa: dopo avere ascoltato la suonata in casa della "zia" più facoltosa, accompagnavano per lunghi tratti uNonareddi ciaramiddaru, finché non arrivava il puntuale richiamo delle loro mamme.
 In tempi meno recenti, davanti la cona e i numerosi altarini presenti in diverse strade , si potevano ascoltare le cantate della Novena, che iniziava il 16 dicembre per finire il 24. Nove erano i giorni della recita per simboleggiare i nove mesi di gestazione della Vergine Maria; nove erano le candele poste sul davanzale dell'altarino da accendere una per ogni giorno di recita; Nonareddi erano chiamati gli incolti suonatori, trasandati e derelitti (meglio conosciuti come l'orbi, in quanto spesso non vedenti), che intonavano nenie dietro compenso di un bicchiere di vino e una manciata di biscotti. '

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