15 novembre 2013

" Antichi proverbi "



Di Natali a Santu Stefanu. 
Da Natale a Santo Stefano. 

Si usa a proposito di un nuovo acquisto che si rompe subito, 
per es. nell’espressione mi è durato da Natale a Santo Stefano, 
cioè nello spazio di un solo giorno.

 Ci voli cipuddra pi arziari. 
Ci vuole cipolla per bruciare (sott. gli occhi)

 proverbio in uso quando si vuole giustificare il comportamento
 apparentemente anomalo di una persona:
 alla base c’è a volte una sofferenza, una malattia, un lutto, etc…
 Mai limitarsi alle apparenze.

 Avanti li mà dienti ca li mà parienti. 
Meglio i miei denti che i miei parenti. 

Altro proverbio da includere nella lista nera, 
dal momento che invita a dimenticare la solidarietà familiare. 
Parienti serpenti. 
Cfr. il pressochè identico proverbio usato 
in tutta Italia,
 parenti serpenti.

 La calunia ci fu e la morti vinni. 
La scusa c’è stata e la morte venne. 

Proverbio che commenta i malanni che colpiscono una persona molto anziana e 
che propiziano spesso la sua dipartita.
 O ti mangi sta minescia, o ti ietti dilla finescia.
Cfr. il pressochè identico proverbio usato 
in tutta Italia, 
o mangi questa minestra, o ti getti dalla finestra.

 Chissa è la ‘zzita: orba, ciunca, struppiata.
 Questa è la fidanzata: cieca, zoppa, storpia. 

Al tempo dei matrimoni combinati o per procura poteva toccare i
in sorte una fidanzata non proprio in 
ottima forma! 
Proverbio che si usa come invito alla rassegnazione,
 ovviamente in un contesto diverso dall’originario.

 Chiù scuru di mezzannotti nun po’ fari.
 Più buio di mezzanotte non può fare. 

Una splendida esortazione a coltivare
 la speranza anche nei momenti bui.

 Quann’è otta, sanguinazzu.
 Quando è l’ora si fa il sanguinaccio.

 Detto che raccomanda di pensare
 alle cose al momento debito.

 Facci senza culuri, o sì boia o sì tradituri. 
Faccia senza colore, o sei boia o sei traditore.

Non servono altri commenti!
 Quannu li scorci caminanu, li favi su chjini.
 Quando le bucce sono in giro 
(letteralmente camminano), 
le fave sono mature. 
Da usarsi per avvalorare delle dicerie, o, 
più spesso delle maldicenze 
su un fatto accaduto.

 Cu havi lingua passa lu mari.
Chi ha lingua passa il mare. 

Il proverbio consola chi deve fare un lungo viaggio
 in un paese sconosciuto 
sulla buona riuscita dello stesso.

Fa lu fissa pi nun pagari la duana.
 Fa lo gnorri per non pagare la dogana.

 L’adagio viene recitato quando si è in 
presenza di un bugiardo… 
molto poco attendibile!

 Dilli parrini si piglianu li vini. 
Dai padrini si ereditano le vene. 

Proverbio solo vero in certi casi, 
ed ovviamente in senso metaforico!

 L'uecchiu di lu patruni 'ngrassa lu cavaddru. 
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo: 

qui occhio va inteso come metafora di una vigilanza e di un’attenzione
 partecipe verso ciò di cui si ha cura. 



" Proverbi siciliani "


Antichi proverbi 


Quartara rutta campa cent’anni.
 Il vaso rotto campa cent’anni.

Questo proverbio riguarda sia un eventuale oggetto o macchina difettosa, 
sia metaforicamente chi è colpito da 
qualche malattia, 
una forma di incoraggiamento che trova spesso conferme nei fatti.

Arrena lu sceccu unni voli lu patroni. 
Trascina l’asino dove vuole il padrone:
 il proverbio va riferito all’obbedienza dei figli verso il genitore e più in generale al rispetto gerarchico per il superiore, secondo la concezione della società patriarcale ed autoritaria di un tempo.

 Lu sceccu ca s’avanta nun vali mancu ‘nna lira.
 L’asino che si vanta non vale neanche una lira.
Detto coniato molto prima dell’entrata in scena del famigerato Euro, sferza i presuntuosi, gli arroganti e i vanitosi così di moda nella nostra società nell’apparire e non dell’essere,
 come tale non cessa mai di essere attuale.

 Cilò cilò lu pièiu è lu tò. 
Cilò cilò (termine privo di un particolare significato) il peggio è tuo.
 Si usa per commentare l’annuncio di una scelta che si vuole denigrare.

 Asini e picciliddri ‘Ddiu l'aiuta.
Dio aiuta asini e bambini;
 questo splendido proverbio getta luce sulla concezione evangelica di Dio come protettore dei poveri in spirito, tuttavia c’è un altro risvolto, nel senso che il detto accompagna la persona maldestra o stolta, bisognosa eccome di un intervento divino, considerata la sua 
condizione di svantaggio!

Aranci aranci, cu l’avi si li chianci. 
Aranci aranci, chi c’è li ha se li piange.
 Proverbio che indica il rifiuto di partecipare 
al dolore altrui,
come tale non sembra 
particolarmente simpatico.

 Agnieddru a ‘ssucu… e finì lu vattiu. 
Agnello al sugo… ed è finito il battesimo.
 Le feste in famiglia, anche le più solenni,
 all’epoca dei nostri bisnonni si svolgevano 
con estrema parsimonia.
 Per i più fortunati c’era un semplice 
pranzo a base di carne, 
così rara nei ceti medio-bassi al punto che la sua apparizione sembrava già un evento nell’evento. L’adagio recita che anche le cerimonie e i banchetti si riducono a ben poco, 
finito il piatto forte…
Ma il proverbio è adattabile a molti 
differenti contesti.

Avanti nivuru pani ca nivura fami. 
Meglio pane nero che nera fame; 
è un invito a nutrirsi di quel che si ha davanti in caso di necessità, 
ad accontentarsi delle piccole cose invece di pretendere mari e monti.

Cielu a picurinu si nun chiovi oi, 
chiovi a lu matinu.
 Cielo a pecorelle, se non piove oggi, piove l’indomani mattino: 
chiaro riferimento meteorologico, 
del genere “rossura di sera, bel tempo si spera”!

A Santa Lucia un cuecciu di cuccia. 
A Santa Lucia un chicco di cuccia. 
Il proverbio si riferisce al timido aumento delle ore di luce riscontrabile
 effettivamente dal 13 Dicembre in poi.
 Molto bella è l’allusione alla Cuccìa, 
pietanza tipica del giorno consacrato alla 
martire siracusa Lucia,
 a base di grano bollito e condito con 
olio e zucchero o sale.

A Natali un passu di cani.
 A Natale un passo di cane.
 Può essere definito un sequel (continuazione) del precedente adagio, 
in quanto a Natale si riscontra un aumento delle ore di soleggiamento, 
timido ma un po’ più vigoroso rispetto all’irrisorio chicco di grano della 
festività di S. Lucia; 
da qui la splendida immagine del passo di cane:
 un piccolo ma significativo passo verso la conclusione della malinconica 
parentesi invernale, 
ancor più dopo Novembre, notoriamente il mese in cui i giorni sono i più brevi dell’anno.

 Cu ama ‘Ddiu campa felici, 
cu unn'avi sordi perdi l'amici. 
Chi ama Dio campa felice, 
chi non ha soldi perde gli amici:
la felicità come fede in Dio è 
superiore all’amicizia,
 spesso fondata sulle basi infide della convenienza e dell’interesse
 che non su un sincero rispetto reciproco.

La mamma è l’arma. 
La mamma è l’anima.
Fin troppo ovvia la spiegazione…
 Doppu li Tri Re, alè alè alè. 
Dopo i Tre Re (cioè l’Epifania) alè alè alè. 
Può essere efficacemente commentato 
con l’adagio
 L’epifania tutte le feste si porta via.

Cu avi lu mali vicinu, avi lu malu matinu. 
Chi ha il male vicino, vive un cattivo mattino.
Chi sente di essere circondato dal male, ovviamente non sopporta le luminose 
ore del mattino,
cioè quanto di bello e sereno ha la vita 
intorno a sé.


09 novembre 2013

" Per salvarsi dall’infarto "...


 Importante : quando ci si trova da soli


Dal momento che molte persone sono soli quando subiscono un attacco di cuore, senza aiuto, la persona il cui cuore batte in modo improprio e che comincia a sentirsi debole, ha solo circa 10 secondi prima di perdere conoscenza. Tuttavia, queste vittime possono aiutare se stessi tossire ripetutamente e vigorosamente. Un respiro profondo deve essere eseguita prima di ogni colpo di tosse, e la tosse deve essere profonda e prolungata vigoroso come prodotta all’interno del torace. Un respiro e tosse deve essere ripetuto ogni due secondi senza fermarsi fino a raggiungere aiutare o fino a quando si sente che il cuore batte normalmente. respiri profondi trasportano l’ossigeno ai polmoni e movimenti tosse che spingono il cuore e mantiene il sangue circolante. pressione di compressione sul cuore aiuta anche a ripristinare il ritmo normale. Questa modo, le vittime di attacco di cuore può arrivare a un ospedale. condividendo gli altri su questo modo di salvargli la vita. 
Un cardiologo dice..
 “Se chiunque riceva questo messaggio lo 
invia a 10 persone,
 si può scommettere che salveremo 
almeno una vita.”


Biagia - Silvana ❤ La Storia di Pozzallo_3 Silvana La Pira_3

                         - Silvana La Pira -

anticamacina

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