29 dicembre 2013

" Antichi Proverbi Siciliani "...




Linguaggio siculo
 Traduzione

Lu dottu si canusci a lu parrari e li 
campani a lu sunari
 Il dottore si conosce nel parlare, le 
campane al suono

 Lassaru dittu l'omini dotti: ' ca u diavulu chi fimmini non ci potti
 Ha lasciato detto l'omini dotti: che il diavolo con le donne non ha potuto vincere

 L'omu tintu e a fimmina vili dacci u so e lassili iri
 All' uomo malvagio e alla donna vile, dagli il suo e lasciali andare

 L'arbulu pecca e a rama ricivi
 L' albero pecca e il ramo riceve

 L'arbulu s'addizza quannu è picciriddu
L' albero si raddrizza quando è piccolo

 Lu giuvini uziusu, sennu vecchiu è bisugnusu
 Il giovane ozioso, quando è vecchio 
sarà bisognoso

  Megghiu curnutu e non priingutu
 Meglio cornuto che riempito di dicerie

 Mali non fari, paura n'aviri
 Male non fai, paura non avere

 Marzu e Aprili, non livari e non mintìri
 Marzo e aprile, non spogliarti e non vestirti

Megghiu mauru accordu. ca ricca sintenza
 Meglio un accordo magro, che una 
ricca sentenza

 Megghiu fuiri cù virgogna, a ristari 
mortu cù l'anuri
 Meglio fuggire con vergogna, che restare 
morto con l' onore

  Medicu vecchiu e varberi picciottu 
Medico vecchio e barbiere giovane

Megghiu picca o diri, ca assai triuliari 
Meglio il poco dire, che molto tribolare

 Megghiu vivìri n'gnornu di liuni ca 
cent'anni di pecura
 Meglio vivere un giorno da leone, che 
centanni da pecora

Megghiu sulu ca mala accumpagnatu
 Meglio solo che male accompagnato

 Iaddina vecchia, fa bon brodu
 Gallina vecchia fa buon brodo

I paroli su comu i cirasi, una nesci e n'autra trasi
 Le parole sono come le ciliegie, 
una esce e un'altra entra

  I dinari fanu parrari i muti
 Il denaro fa parlare i sordomuti

 In tutti li cosi non ti fari abbu ne meravigghia
 In tutte le cose non ti devi meravigliare, 
tutto può succedere

 Iocu dì manu, iocu di villanu
 Gioco di mano, gioco di villano

I pisci a mari e a padedda supra
 Il pesce al mare e la padella sopra

 I iorna sunu 'ncutti comu u linu, scura oggi e agghiorna u matinu
 I giorni si susseguono come il lino, passa oggi e già domani

 I stimi su di canigghia, cu i manna si pigghia
 I mali ad altri sono di crusca, chi li manda 
se li riprende

 I cosi fatti cu scuru, à ghiornu parunu
 Le cose fatte col buio, a giorno fatto parlano

  Innaru fa l'agneddi, Frivaru fa li peddi
 A gennaio nascono agnelli, a febbraio 
si mangiano

 Innaru siccu, massaru riccu quannu Dicembri lassa lu lippu
 Gennaio secco, massaio ricco quando dicembre lascia il muschio

 L'ingannu cadi supra l'ingannaturi
 Linganno cade sopra l'ingannatore

L'omu pà parola, è u voi pi corna
 L'uomo è uomo per la parola, il bue per le corna

  L'omu ca si marita e sbagghia la mugghieri, na petra o coddu e si v'agghietta a mari
 Luomo che si sposa e sbaglia moglie, si metta una pietra al collo e si butti a mare

 La "zita ricca e bedda non si trova mai
 La fidanzata bella e ricca non si trova mai

04 dicembre 2013

" POZZALLO "


Insegna di Benvenuto

Pozzallo possiede una economia
prevalentemente marittima,
essendo un importante centro
peschereggio e principale scalo
del capoluogo Ragusa.
   Non mancano attività 
                agricole e commerciali.             
                                                                            
Famosa è, per esempio,la
produzione delle rinomate carrube,
utilizzate in tutta l'Europa come
addensanti naturali 
per dolci e gelati.


Castello Di Martino

La costruzione iniziò su commissione della famiglia Di Martino intorno al 1930, ma non venne mai completato e sorge in rovina di fronte al porto, su una collinetta. Per qualche anno, 
fino al 2012, ha ospitato la Via Crucis vivente.


 Municipio

Il Palazzo, dedicato a Giorgio La Pira, fu architettato da Giovanni Raimondi e la costruzione iniziò nel 1923, 
per terminare nel 1926.
Conserva la caratteristica forma a "U", con l'aggiunta di due corpi laterali. Annesso al palazzo è la Villa Comunale, in cui sono presenti numerose specie vegetali, tra cui 
palme, oleandri e fichi.
Dal 1928 è utilizzato come Municipio.
Nella piazzetta del municipio si trova una mappa del comune di Pozzallo, nella quale vengono evidenziati con un colore più scuro il palazzo e 
la Chiesa Madre.


Lungomare Pietre Nere

 La principale spiaggia di Pozzallo è il Lungomare Pietre Nere, ampia e ben attrezzata, durante la stagione estiva, per ogni tipo di divertimento.
 Sul lido Pietre Nere potrete infatti trovare numerosi stabilimenti con tutti i comfort per trascorrere una rilassante giornata di mare, ma anche attrezzature sportive, come campi da beach volley e molto altro. 
Il Lungomare Pietre Nere presenta anche un’altra caratteristica molto apprezzata: confina esattamente con il centro di Pozzallo, e 
in particolare
 con Piazza della Rimembranza e 
Corso Vittorio Veneto. 
Ciò significa che vi troverete ad un passo dai più importanti monumenti della città e dai numerosissimi locali pronti ad accogliere il vostro appetito o la vostra 
voglia di divertimento.  
                               

Monumento ai Caduti.

Piazza delle Rimembranze, c’è un Il Monumento ai Caduti. Realizzato ed eretto nel 1928 da Benedetto D’Amore, circondato, ai lati della piazza, da ben quarantasei palme, tante quanti furono gli eroi (marinai) caduti 
nella I guerra mondiale. Il monumento di Pozzallo è un soldato che, nudo e fiero, con le natiche sodissime e strettissime, guarda verso il mare che ha di fronte e, di tanto in tanto, con commiserazione, ai tantissimi perditempo che non fanno altro che passiare 
su e giù per la Piazza.
Le sue mani vanno al timone che oltre che a simboleggiare il suo essere soldato di mare, ha il compito di nascondere, del timone, la barra che, nel 1928, doveva obbedire a un certo dettato che la voleva molto virile e fin troppo ottimista.
Il monumento ai caduti di Pozzallo non faceva eccezione. Piero Chiara, il quale sosteneva che attraverso questi monumenti, muovendosi su e giù per l’Italia, si sarebbe potuta addirittura scrivere una Storia d’Italia, in tono minore certo, un po’ grottesca ovvio, ma certamente molto, molto aderente allo spaccato del paese mai nazione, raccontava di un certo monumento che per troppa virilità venne censurato dal vescovo che lo avrebbe dovuto benedire il giorno dell’inaugurazione. Lo scultore,
 quindi, dovette procedere alla realizzazione di una foglia di fico 
in lamiera posticcia da apporre 
sopra a tanta virtù.
Una botta di vento, però, alla sera ripristinò il vigore autentico.  


Piazza delle rimembranze

Piazza delle rimembranze è il cuore del paese.
Circondata da 46 palme, ognuna di esse rappresenta un nostro caduto in guerra.
Sempre viva in qualsiasi momento 
della giornata!
Il martedì offre il mercatino dei 
coltivatori diretti, nel periodo natalizio piccoli stand locali, e in estate concerti e la 
sagra del pesce.
Nei dintorni trovi un po di tutto...
fastfood, farmacia,
 banca e ristorantini..


Bellamagna - Benarifi: 

La contrada Bellamagna, non lontano dalla direttrice Modica-Pozzallo, si trova in un’area dalla quale si dominano quasi tutto il territorio che degrada fino al mare ed un ampio tratto di costa che va da Porto Ulisse fino a Donnalucata.
Il sito è interessato da una vasta necropoli a grotticelle artificiali, in parte riutilizzata da una necropoli tardoantica con piccoli ipogei e fosse sub-divo: nel piano di deposizione delle tombe 65, 73 e 44, infatti, è stato ricavato un loculo. Le tombe riferibili alla cultura castellucciana sono distribuite, in prevalenza, sopra e sotto la strada carreggiabile Bellamagna - Zimmardo che ha tagliato la necropoli. Sono state censite ottantasette tombe, di cui settantanove disposte nelle balze lungo questa strada e con orientamento prevalente a Sud e Sud - Est, le altre si trovano distribuite disordinatamente lungo il braccio di strada che piega verso la case Benarifi e la cava Giarrusso: alcune di esse (tombe 85-87) sono state tagliate 
proprio dalla strada.
La tipologia tombale canonica si riscontra in circa trentaquattro tombe; nella t. 44, t. 69 e t. 72 sono presenti anche delle nicchie. In particolare si segnalano la t. 5 che presenta una risega, che fa quasi da cornice, nell’ingresso più interno posto tra anticella e cella, la t. 15 e la t. 17 con celle a pianta subrettangolare. Un gruppo di tombe affiancate - nn. 18, 19, 21, 23 e 26 - presenta una comune caratteristica che è costituita da una canaletta che gira attorno all’imbocco ed in qualche caso è presente anche una canaletta scavata nella soglia: sembra che in questa parte della balza rocciosa sia stato particolarmente avvertito il problema del deflusso delle acque. Infine si segnalano la t. 42 per l’ingresso caratterizzato da una cornice e, soprattutto, la t. 29 con prospetto decorato con due coppie di lesene ai lati dell’ingresso.
Interessanti risultano anche alcuni tentativi di escavazione non portati a termine come le tombe 52, 71 e 77 con ampi padiglioni, anticelle e quindi minuscole celle inutilizzabili. In totale le tombe lasciate allo stato incoativo sono una dozzina. Il resto delle tombe è a pianta circolare o subcircolare, del tipo a forno.


La Fontana

La famosa fontana all’incrocio tra via Rapisardi e via dell’Arno, realizzata con un manufatto raffigurante quattro grandi pesci, non c’è più. Delfini o sogliole giganti? Il dilemma è durato anni. Piazzata in bella mostra nella rotatoria di ingresso in città, fu realizzata a suo tempo in lamierino di ferro. Materiale che, a contatto con l’acqua, è risultato assolutamente inadatto. Più volte i soliti buontemponi si sono divertiti a riempire la vasca di detersivo. Quasi a voler simbolicamente liberare dalla ruggine quei poveri e “anonimi” pesci. Nei giorni scorsi alcuni operai del Comune, con l’ausilio di una gru, se la sono portata via come ferro vecchio.“Ecco come vengono spesi i nostri soldi – esclamano due pensionati assidui frequentatori della piazzetta Padre Pio – mentre la fontana viene divelta; il progetto è costato alcune decine di migliaia di euro che avrebbero potuto essere spesi per finalità sociali”. Oggi, in piena crisi economica ed occupazionale, è fatale che i cittadini, appartenenti alla categoria dei comuni mortali, dimostrino ad ogni occasione una forte disaffezione nei confronti delle istituzioni. Che, purtroppo, rischia di diventare irreversibile. “L’azzeramento della fontana – dicono in molti – oltre ad avere messo la parola fine 
ad uno spettacolo sinceramente brutto a vedersi, ha prodotto probabilmente anche un certo risparmio per le casse del Comune, considerati i costi da sostenere per la manutenzione ordinaria, la pulizia ed il consumo di acqua”.


Chiesa di Santa Maria di Portosalvo

La chiesa fu costruita nel 1746 su uno sperone di roccia adiacente al mare, dai primi abitanti che si stanziarono a Pozzallo. La chiesa venne eretta a parrocchia nel 1886, venne danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu sconsacrata in occasione del restauro (finanziato dalle offerte della principale famiglia borghese della zona, gli Avitabile) e venne riaperta il 15 ottobre 1951. Dopo una lenta decadenza, si decise per il restauro della chiesa, che terminò nel 2007. 
Alla vecchia struttura è stato aggiunto il campanile ed è stata aggiunta una facciata, 
nel lato nord,in stile moderno.

Biagia - Silvana ❤ La Storia di Pozzallo_3 Silvana La Pira_3

                         - Silvana La Pira -

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