17 marzo 2020

" Orologiai "





C’è un mestiere che sta scomparendo in Italia, eppure eravamo tra i più bravi in questo settore. Parliamo degli orologiai: ne sono rimasti non più di 600 in tutto il Paese, e si stanno ulteriormente riducendo.
 Il motivo di questa crisi è legato a una mossa prepotente delle multinazionali dell’orologio che si rifiutano di dare ai laboratori indipendenti le parti necessarie per le riparazioni.
 Il motivo è ovvio.
Le grandi aziende intendono controllare in modo diretto e senza la concorrenza di bravi artigiani, anche il settore della riparazione e della manutenzione degli orologi.
 Così quando un cliente si trova nella necessità di riparare il suo orologio, deve lasciarlo al punto vendita della multinazionale che poi lo manda direttamente ai laboratori della casa madre.
 E pazienza se il conto per il consumatore è molto più salato.
 Inoltre in questo modo le multinazionali inducono i loro clienti a cambiare l’orologio, e possono venderne sempre di nuovi.
 Con la classica formula di rito: «Invece di riparare il suo, le conviene acquistare un nuovo modello…».
 Un doppio spreco. Da un lato infatti si sta distruggendo il capitale umano di una piccola nicchia di abilissimi artigiani e professionisti, dall’altro si mette il consumatore con le spalle al muro per farlo diventare prigioniero delle multinazionali.

16 marzo 2020

" IL Banditore "


Risultato immagini per il banditore di una volta 

Un altro personaggio che si aggirava per le vie della città era il banditore, utilizzato per comunicare ai cittadini disposizioni dell'Amministrazione comunale, della Chiesa o avvisi di privati cittadini. Per gli annunci ufficiali del Comune, il banditore era preceduto dal rullio del tamburo. Per gli annunci della Chiesa, invece del tamburo, veniva suonato un grosso campanello, mentre gli annunci privati erano preavvertiti dal suono della trombetta. Ovviamente gli annunci erano fatti in gergo dialettale ed il passaparola era molto efficiente. Oggi il sistema di comunicazione è notevolmente cambiato: il banditore è stato sostituito da sms, volantinaggio, mail, pubblicità.

15 marzo 2020

“o Muzzunaro”






Il personaggio veniva chiamato “o Muzzunaro” , 
figura molto povera, operante nel recupero di tabacco (ricavato dalla raccolta di cicche di sigarette) da rivendere a basso costo. 
E’ oggi un mestiere poco ricordato ed in taluni casi addirittura dimenticato.
 Questa attività, effettuata essenzialmente per il bisogno di sopravvivere alla povertà, veniva svolta perlopiù da anziani e da scugnizzi di strada.
 Il recupero dei mozziconi di sigaretta, avveniva sia “a mano” (costringendo l’operatore di sorta a chinarsi in continuazione), o molto più agevolmente mediante un apposito bastone dalla punta acuminata.


 L’insolito raccolto fatto in strade, piazze, punti di ritrovo, bar, cinema e locali cittadini, veniva accumulato e conservato in barattoli di latta.
 La raccolta veniva valutata al termine della giornata lavorativa, quando il “Muzzunaro”, scartocciando i mozziconi (in tale epoca essendo le sigarette prive di filtro, era possibile il recupero di una maggiore quantità di tabacco), selezionava, separando con cura il tabacco bruciacchiato (destinato al confezionamento e alla rivendita di nuove sigarette di bassa qualità), da quello biondo (più raro e pregiato, solitamente consumato per uso personale).

10 marzo 2020

Le Poesie di Toto' A' Mamma

Antonio de Curtis in arte
TOTO'



A Mamma 
Chi tene a mamma è ricco e nun o sape.
Chi a vo’ bbene è felice e nun l’apprezza.
 Pecchè l’ammore e na mamma è na ricchezza, è comme o mare ca nun fernesce mai.
 A mamma tutto te da’ e nun te chiede, e si te vede e chiagnere,
 senza sape’ pecchè, t’abbraccia e te dice: “Figlio!!!” E chiagne nsieme a te
(Salvatore di Giacomo)

 A cchiù sincera Tengo na ‘nnammurata ca è tutt’ ‘a vita mia.
 Mo tene sittant’anne, povera mamma mia!
Cu chella faccia ‘e cera, sotto ‘e capille janche, me pare na sant’Anna cu ll’uocchie triste e stanche. Me legge dint’ ‘o penziero, me guarda e m’anduvina si tengo nu dulore si tengo quacche spina…
(Antonio De Curtis-Totò)

 Core ‘e mamma So’ mamma!
 Sta parola è ‘nu dulore quanno p’ ‘e figlie nun nce sta cchiù ppane.
 T’ ‘e strigne mpietto: gioia ‘e mamma, ammore… forze, se magnarrà quann’è dimane!
 Dimane!? e tu te siente squartà ‘o core, te guardano, chiagnenno, mmiezo ‘e mmane! Piatà! St’aneme ‘e Ddio cu ‘e carne ‘a fore mme morono, tremmanno comme ‘e cane!
E ‘st’angiulillo?… Peppeniello mio! no, nun murì, mamma te tene nzino nfunnenno ‘e chiante ‘e ricciulille d’oro.
Pe’ carità, v’ ‘o cerco a nomme ‘e Ddio, sarvate ‘e criature, e si è destino,
 Marò! tu lievammenne nzieme a loro!
(Giovanni Capurro)


‘ A mamma

Nove mesi a t’aspetta E tanta lacrime e dulure pe t’abbraccia Mamma, che parola ‘ a primma che dici senza scola Te vuo’ lassa, 
te miette a cammena e a vire ‘lla Cu ddoje mane a nun te fa care,
a t’aspetta Passa ‘o tiempo e tu stai criscenno Pienze a te e te vai divertenno Tuorne e nun a truove mai durmenno Mo le chiamma tu,
so’ cagnate ‘e cose Nun perdere tiempo, Nu bellu fascio e rose e nu surriso E se regne ‘e gioia chillu viso…
 (F. Scaramuzzino) 

08 marzo 2020

Una protesi in oro e silicone da applicare sul midollo spinale

"E-Dura"
 una protesi in oro e silicone da applicare sul midollo spinale potrebbe aiutare chi non cammina più a tornare a farlo
 Una protesi in silicone e oro da applicare sul midollo spinale potrebbe riaccendere le speranze di tornare a camminare per chi è costretto su una sedia a rotelle.
Il dispositivo messo a punto da un team di scienziati francesi del Politecnico Federale di Losanna, ha ottenuto su un campione di topi da laboratorio risultati che lasciano ben sperare per gli esseri umani. “E-dura” - così è stato ribattezzato l’ultimo traguardo della scienza biomedica - è un nastro sottile dotato di elettrodi in grado di inviare impulsi e stimolazioni al midollo spinale su cui viene applicato, inducendo così il movimento.
Il nome si ispira alla “duramadre”, la membrana fibrosa che avvolge cervello e midollo spinale, le cui caratteristiche sono riprodotte dal dispositivo affinché possa facilmente aderire al midollo evitando il rischio di rigetto da parte del corpo.
 Se, infatti, alcuni esperimenti – sempre condotti su topi – avevano già dimostrato che l’applicazione di elettrodi sul midollo spinale provocava movimenti involontari degli arti, esercitando dunque un’azione sul cervello, il problema restava quello dell’intolleranza da parte dell’organismo. La superficie dura dei dispositivi finiva per “graffiare” i tessuti molli intorno a midollo e cervello, causando infiammazioni e escoriazioni.


 Oggi invece, per la prima volta, una protesi sufficientemente flessibile ed elastica da poter essere impiantata direttamente sul midollo spinale, ha permesso a un campione di topolini, dopo poche settimane di training, di tornare a camminare autonomamente.
Questo grazie ai materiali da cui è composta
“E-Dura”: l’impianto è in silicone ed è rivestito da tracciati in oro che possono essere tirati e allungati.
Gli elettrodi invece sono in silicone e microsfere di platino, e possono essere piegati in ogni direzione senza rompersi.
 “Una volta impiantata sul midollo spinale, la protesi può essere lasciata a lungo” spiega la professoressa Stéphanie Lacour. “Per questo apre la possibilità a future applicazioni terapeutiche su pazienti che hanno subito traumi o che sono rimasti paralizzati a seguito di lesioni al midollo”. Secondo gli scienziati dell’Università di Losanna, il dispositivo avrebbe un’efficacia di dieci anni sul corpo umano, prima di dover essere sostituito.
 “Nervi flessibili collegati a nastri in silicone e metallo, una combinazione che fa pensare ai cyborg di Hollywood” è stato il commento di Robert Service, scrittore di fantascienza, quando la ricerca è stata pubblicata su Science.
“È vero, la creazione del team di Lacour non è ancora uscita dal laboratorio, ma stai in guardia Hollywood!. La realtà sta per superarti”. "Questo lavoro è un risultato innovativo di tecnologia, che potrebbe aprire una porta verso una nuova era nel trattamento del danno neuronale" ha detto invece il dottor Dusko Ilic, docente presso il Centro Studi sulle Cellule Staminali al King College di Londra. "Fino a questo momento le protesi più avanzate a stretto contatto con il midollo spinale si sono rivelate inconsistenti a causa dei danni che recavano ai tessuti dopo una settimana di applicazione per via della loro rigidità.
C'è ancora molta strada da fare prima di applicare tale dispositivo sugli uomini, ma è ragionevole pensare che in un futuro prossimo possa servire a curare le lesioni al midollo spinale".
 Stesse previsioni quelle del Prof John Hunt, capo dell'unità di Ingegneria Clinica all’ Università di Liverpool: "Lo studio sui ratti promette bene in termini di applicabilità all’uomo".
 Sebbene “E-Dura” sia stato testato principalmente su ratti paralizzati con lesioni al midollo spinale, i ricercatori non escludono che possa rivelarsi utile anche nella cura dell’ epilessia , del morbo di Parkinson e nel management del dolore.

07 marzo 2020

L'acquasantiera


L'acquasantiera 
di Giuseppe Galfo


Nta paisieddu nicu, unni macari i iatti sapienu chi succirìa.. c'era certu Don Vastianu.. 
parrucu ra chiesa ro paisi.
 Don Vastianu avìa na furnicia ranni..comu incìa l'acquasantiera a matina ghià a sira l'acqua spirìa..
"a comu sti peni.." O paisi si ricìa ca Don Vastianu era tirchiu forti.. "nun sulu stuta i cannili prestu ma sparagna macari nta l'acqua".
 U parrucu avìa capiri chi stava succiriennu.
 Arrivatu la Ruminica duranti a missa ci rissi è prisenti..
 "L'acqua ca bbiniriciu a matina nunn'arriva a sira..ma chi è va viviti?"
 N' funnu a chiesa Ninì u babbu ro paisi arrispunnìu "Don Vastianu ma chi è babbiati..ma cui s'avissa viviri..ci sponzunu i manu tutti" 
Tutta a chiesa scoppìau a ririri.. e u parrucu arristàu a facci i fissa.. Nto paisieddu cu nun si maritava e ristava schetta purtava u pisu ro d'isunuri e re mali lingui..
 Priavunu i santi ..ri farici truvari nu beddu carusu e ri falli divintari " urazzu ri mari" (Parti ri mari riccu ri pisci ri barchi ri coralli..insomma cinu ri qualità) Nu santu in particolari priavunu S.Onofriu u Pilusu...(capiddi e varva lonca e cinu ri pila). Si era sparsa a uci intra o paisi ca era propriu u Santu "pilusu" ca si vivìa l'acqua biniritta, p'aiutari i fimmi schietti a truvari maritu.
 Era macari usanza, ppì truvari maritu, ri mittirisi nte manu ri na "majara"..(fattucchiera).. o paisi era a Gnà Pippina ca fra tanti cosi facìa na pozioni..acqua maritata(acqua biniritta)..bruoru ri lucertila e u sancu ri l'anulare ro carusu ca a schetta avissa vulutu.. 
Faciennila viviri o carusu ..chistu scìa pazzu nnammuratu. Nessunu seppi mai comu scumparìa lacqua biniritta ra chiesa ri Don Vastianu ..pirchì nessunu virìa a gnà Pippina co cuppinu ca tutti i siri s'anzaccava.. a nomu ri Diu ri l'amuri e ri S. Onofriu u Pilusu.. Quannu viriti "Majari"..vardativi l'acqua biniritta.
 Pg ..dicerie popolari.

Biagia - Silvana ❤ La Storia di Pozzallo_3 Silvana La Pira_3

                         - Silvana La Pira -

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