19 agosto 2020

" Don Miliu Amenta "




di Francesco Blandino

Uno dei personaggi che hanno fatto la storia di Pozzallo è, 
Don Miliu Amenta. 
Pioniere dei cantieri navali, maestro d'ascia e, uomo sensibile dal portamento nobile. 
Insieme al figlio Enzo, il suo cantiere, che poi non era altro che una grande rimessa in legno, sugli scogli della "Balata" o, se preferite, "Valata" 
Il suo nome deriva dal fatto che i suoi scogli, discoscesi e levigati, la facevano sembrare una "valata ri mammuru" utile, per il varo di barche e bastimenti. 
Ancora oggi è possibile vedere i solchi sugli scogli procurati dalle grosse cime dei velieri e, gli scambi di legno incastrati a ridosso di una piccola rimessa di pescatori. 
Poco più distante, ferri arrugginiti di un vecchio pontile, spuntano dall'acqua a testimonianza di un passato ricco di storia e di ricordi. 
Un pontile che era il punto di imbarco di mercanzia sui bastimenti. 
Così come più avanti di qualche centinaio di metri, un' altro rudere in pietra testimone di un'altro imbarcadero a ridosso dei "maiazze' ora, istituto nautico. 
Don Miliu è stato anche un punto di riferimento per tanti ragazzi che volevano imparare l'arte nel sapere costruire o, riparare un'imbarcazione. 
La sua mitica vespa bianca era un simbolo, un biglietto da visita. 
Se la vedevi al cantiere, lui era là ha lavorare in caso contrario, ripassavo più tardi. 
Non c'era bisogno "ri spiare se c'era o no'. 
Pozzallo, questo è un mio personale pensiero, dovrebbe ricordare Don Miliu, con una stele sul posto dove sorgeva il cantiere considerato che, la zona sarà interessata ad una riqualificazione. 
Personaggi come Don Miliu Amenta sono da esempio per le nuove generazioni e ricordi per coloro che l'hanno conosciuto apprezzandone le sue qualità umane.


 Cantiere di Don Miliu







10 agosto 2020

"Personaggi caratteristici di Pozzallo"


 di                                                      
francesco Blandino

Come tutti i piccoli paesi, Pozzallo ha avuto personaggi caratteristici che hanno fatto la storia per il loro modo di fare e, la loro personalità. 
Personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia tra paure e certezze. 
Non me ne voglia qualche familiare se uso "'ngiurie" o sopranomi come venivano conosciuti, era il modo per etichettare il personaggio. 
Uno di loro mi metteva paura e curiosita', era "PIPPINU faccia tagghiata". 
Un signore che girava con una vistosa fasciatura sul viso quasi a coprirlo del tutto lasciando sul lato sinistro a malapena, lo spazio per il becchino con la sigaretta. 
Si diceva che andava in giro a catturare galline per poi rivenderle a volte ai proprietari stessi. 
Quel suo viso deturpato e il suo modo di guardarti, metteva "scantu" in noi ragazzini tant'è che non appena lo si avvistava. c'era un passa parola. 
"TURIDDU a' lia", era uno rà Vanedda Vicci, un ragazzone buono e modesto nei modi di fare. La sua fissazione era quella di sentire il ticchettio dell'orologio che portavi al polso e chiedere per questo suo servizio à lira. 
"UGGHIEMMU ogghi ma pigghiu e rumani ba puottu" era un artigiano del legno che girava con una ruota cà facia scruscio per attirare l'attenzione delle casalinghe. 
I suoi "lasagnaturi" (bastoni che servivano per stirare la paste delle scacce) e le "maidde" (contenitori per asciugare u' strattu) erano i lavori che andavano per lo piu'. 
"PIETRU à pasta" era il personaggio che, aggirandosi per il paese, chiedeva un piatto di pasta per soddisfare la sua sfrenabile voglia di mangiare accontentandosi di un piatto di pasta che allora, era il piatto per eccellenza sulle nostre tavole.

Pietro a Pasta

 "'NTONIO a' tanga", un signore che svolgeva qualsiasi tipo di lavoro a volte anche faticoso dietro ricompensa. Si sussurava che fosse ricco e che il suo conto in banca era cospicuo ma che viveva in un modo inusuale lasciandosi dietro un alone di mistero. 
C'erano poi i venditori ambulanti con le loro mercanzie che giravano per il paese proponendo merce di utilizzo comune come per esempio il sale. 

"U ' Salaru

"U' SALARU", il sig. Denaro, tra l'altro ancora in vita, era uno dei due commercianti di sale insieme a "Pieri ri puorcu" il sig. Azzarelli entrambi, giravano con il loro carretto trainato rò sciccarieddu per le viuzzue di Pozzallo proponendo il prezioso alimento bianco e, a volte, qualche altro prodotto come il formaggio. 
"TARANTELLA" era un commerciante della vicina Rosolini, proponeva pizzi e merletti oltre a qualche "staccu ri robba", il suo modo allegro e spassoso gli valse il sopranome.

Corrado Tarantella

 "DON PIPPO carte e buste" un omone tarchiato proponeva invece una mercanzia piu' raffinata, carte e buste per lettere di tutti i colori e per ogni esigenza. 
L'unico difetto che, ogni qualvolta lo chiamavi per vedere o acquistare la merce, piddia mezza jurnata ha raccontarti storie e anedoti. 
In quel tempo si usava, sopratutto per chi aveva figlie femmine, di conservare i capelli che rimanevano sul pettine, a volte veniva usato chiddu strittu per eventuali "prucci", per poi scambiarli che "zingari" in cambio di frutta di plastica o di altri prodotti come aghi e spagnolette. 
Si diceva che li utilizzavano per le bambole per la loro capigliatura. 
Bambole che erano presenti in certe abitazioni messe in bella mostra sopra il letto matrimoniale una volta "cunsatu" che cosce larghe ppi tenire ritte. 
Ci sarebbero altri personaggi più o meno folkoristici che hanno accompagnato la nostra infanzia ma, ho voluto soffermarmi su quelli che hanno destato la mia curiosità di bambino. 
Altri personaggi che mi sovvengono in mente non mi ricordo e, chiedo scusa a chi magari ricorda.

07 agosto 2020

Matrimonio - Marchesi Tedeschi -Rosalia Nocera Aliotta



Fra i matrimoni più importanti del secolo XIX quello celebrato, l'8 gennaio 1898, a Gela ( Terranova) nella chiesa Madre, tra Rosalia Nocera Aliotta ed il marchese Corrado Tedeschi Polara. 
 Questo il testo dell'invito " Il commendatore Antonino Nocera e Clorinda Aliotta Mallia partecipano il seguito matrimonio della loro figlia Rosalia col Marchese Corrado Tedeschi Polara - 
Il senatore comm. Michele Tedeschi e la Marchesa Concetta Polara partecipano il seguito matrimonio del loro figlio Corrado con la Signorina Rosalia Nocera Aliotta .- Marchese Corrado Tedeschi Polara e Rosalia Nocera Aliotta Sposi - Terranova di Sicilia, 8 Gennaio 1898". 
" Ventanni lui, diciannove lei. 


Nella Sicilia dell'800 giusta per lui era 28. Per lei 18. " Omu di vintottu, e fimmina di diciotto " Nel XIX secolo, nel mondo contadino, era quasi un obbligo per una ragazza essere sposata a 20 anni, altrimenti veniva considerata vecchia. "Fimina a diciott'anni, maritala o la scanni" Oltre 400 gli invitati al matrimonio Tedeschi Polara-Nocera Aliotta. Nobili, ricchi e potenti delle province di Ragusa e Caltanissetta. Numerosi anche gli invitati provenienti da Noto. Il banchetto nuziale fu preparato a Gela in uno dei più belli palazzi di proprieta' del padre della sposa, costruito su tre piani, esteso su circa 2000 metri quadrati. Nella città della Contea ed anche a Pozzallo i festeggiamenti durarono sette giorni. Il menù fu preparato dal monsù cuoco francese della famiglia della sposa. I nobili dell'epoca, specialmente nelle grandi occasioni, consumavano cibi preparati secondo le regole dell’alta cucina francese. In occasione del matrimonio della figlia, il commendatore Antonino Nocera dispose che il menù fosse arricchito anche con pietanze dai sapori più forti, in onore alle nostre tradizioni. Il monsù di casa, con la collaborazione di cuochi francesi e siciliani, elaborò pertanto cibi particolari, serviti con salse raffinate come la bechamel o con sughi robusti preparati per insaporire le carni e i timballi di pasta, mentre ai delicati consommè vennero affiancati saporosi brodi di pesce. Musica e balli fino a tarda sera allietarono il grande evento. La coppia andò a vivere in un palazzo nobiliare costruito al centro di Modica, città dello sposo, ove era nato l'11.04.1878. Lei era una donna colta. Si interessava di arte, letteratura, musica teatro, sport. Animo sensibile e generoso, durante la prima guerra mondiale aiutò le famiglie dei militari, i mutilati, le vedove, gli orfani di guerra, i bisognosi. Dal matrimonio nacquero quattro figli: Mimy, Linda, Nino e Bebe. Morì il 30 aprile del 1922, a 43 anni. Rimasto vedovo, il marchese Corrado Tedeschi, che assieme alla famiglia in estate veniva a villeggiare a Pozzallo nella omonima Villa ora di proprietà del Comune, si dedicò alla politica. Al posto del sindaco decaduto, il Prefetto lo nominò Podestà di Pozzallo. La città deve molto all'azione amministrativa del marchese Corrado Tedeschi: ampliò il cimitero, realizzò l'acquedotto, fece rafforzare il pontile di pietra, iniziò i lavori per la costruzione di Piazza delle Rimembranze, donò al Comune il terreno di sua proprietà ove sorge il Municipio e la Villa Comunale.
 Morì nella città marinara il 27.12.1957.

06 agosto 2020

"u' palazzu ri don Franciscu Aprile "

di Francesco Blandino
mia foto - Antonio Colombo

La nuova generazione o, se preferite, i giovani d'oggi, non sanno che anche Pozzallo 
ha avuto i suoi Don Camillo e Peppone. 
Non proprio come i personaggi descritti da Guareschi ma....... Corso v. Veneto è stato da sempre la via commerciale della nostra città. 
Difronte all'ingresso principale dell'attuale scuola media Rogasi, c'è un grande palazzone conosciuto come, "u' palazzu ri don Franciscu" Don Franciscu, era un uomo dalla piccola statura ma, dalla parlantina sciolta e ammalievole. 
Originario della vicina Rosolini, veniva nel nostro paese, come tanti ambulanti, ha vendere tessuti, tendaggi, biancheria e quant'altro. 
Si dice che, con il suo carrettino trainato ro sceccu, girasse per le viuzze proponendo la sua merce ed appunto, la sua sciolta parlantina, conquistava la gente. 
L'idea di acquistare un lotto di terreno proprio al centro del corso, si rivelò una scelta azzeccata. Nacque così "Francesco Aprile & Figli" Punto di riferimento non solo in provincia ma, anche nelle zone limitrofe, il negozio soddisfava le esigenze dei clienti. 
All'inizio dell'attività, il negozio proponeva oltre ai tessuti, tendaggi e biancheria, 
il reparto uomo e donna. 
Con il passare degli anni, si ebbe una connotazione precisa. 
Al piano terra, il reparto uomo e giovane dove, Pippo e Nino, i due figli, erano il punto di riferimento per i clienti. 
Alla sx una ampia scala conduceva al secondo piano il regno del sig. Cannata (genero) e della moglie Concetta (figlia). 
Una sorta del Paradiso per le signore. 
Abiti da sposa, pellicceria, abiti per cerimonia e quant'altro. 
Una scala interna portava ad un piccolo laboratorio sartoriale, regno incontrastato, della sig.ra Santina e delle sue apprendiste. 
Proprio di fronte, sulla destra ad angolo, c'era il negozio del sig. Minutola conosciuto come "U' biondu" Un grande negozio su due piani di abbigliamento. Gestito dallo stesso "biondu" e dalla sua consorte, una signora dall'aspetto imponente e per certi versi autoritario. 
Spesso, soprattutto nei pomeriggi d'estate, era solito notare don Franciscu da una parte e, U' biondu dall'altra, stuzzicarsi con velate battute. 
I due non andarono mai d'accordo anche se, un sottilissimo filo di parentela li univa. 
 Infatti, Nino il figlio di don Franciscu, aveva sposato una Giardina, sorella di Michele, noto giornalista e scrittore che a sua volta aveva sposato una figlia ro' biondu. 
L'avvento dei centri commerciali ha ridotto l'attività fino alla chiusura totale dei due negozi. 
Per chi ha vissuto quegli anni, un ricordo indelebile, resterà nel ❤️.....

Biagia - Silvana ❤ La Storia di Pozzallo_3 Silvana La Pira_3

                         - Silvana La Pira -

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