10 agosto 2020

"Personaggi caratteristici di Pozzallo"


 di                                                      
francesco Blandino

Come tutti i piccoli paesi, Pozzallo ha avuto personaggi caratteristici che hanno fatto la storia per il loro modo di fare e, la loro personalità. 
Personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia tra paure e certezze. 
Non me ne voglia qualche familiare se uso "'ngiurie" o sopranomi come venivano conosciuti, era il modo per etichettare il personaggio. 
Uno di loro mi metteva paura e curiosita', era "PIPPINU faccia tagghiata". 
Un signore che girava con una vistosa fasciatura sul viso quasi a coprirlo del tutto lasciando sul lato sinistro a malapena, lo spazio per il becchino con la sigaretta. 
Si diceva che andava in giro a catturare galline per poi rivenderle a volte ai proprietari stessi. 
Quel suo viso deturpato e il suo modo di guardarti, metteva "scantu" in noi ragazzini tant'è che non appena lo si avvistava. c'era un passa parola. 
"TURIDDU a' lia", era uno rà Vanedda Vicci, un ragazzone buono e modesto nei modi di fare. La sua fissazione era quella di sentire il ticchettio dell'orologio che portavi al polso e chiedere per questo suo servizio à lira. 
"UGGHIEMMU ogghi ma pigghiu e rumani ba puottu" era un artigiano del legno che girava con una ruota cà facia scruscio per attirare l'attenzione delle casalinghe. 
I suoi "lasagnaturi" (bastoni che servivano per stirare la paste delle scacce) e le "maidde" (contenitori per asciugare u' strattu) erano i lavori che andavano per lo piu'. 
"PIETRU à pasta" era il personaggio che, aggirandosi per il paese, chiedeva un piatto di pasta per soddisfare la sua sfrenabile voglia di mangiare accontentandosi di un piatto di pasta che allora, era il piatto per eccellenza sulle nostre tavole.

Pietro a Pasta

 "'NTONIO a' tanga", un signore che svolgeva qualsiasi tipo di lavoro a volte anche faticoso dietro ricompensa. Si sussurava che fosse ricco e che il suo conto in banca era cospicuo ma che viveva in un modo inusuale lasciandosi dietro un alone di mistero. 
C'erano poi i venditori ambulanti con le loro mercanzie che giravano per il paese proponendo merce di utilizzo comune come per esempio il sale. 

"U ' Salaru

"U' SALARU", il sig. Denaro, tra l'altro ancora in vita, era uno dei due commercianti di sale insieme a "Pieri ri puorcu" il sig. Azzarelli entrambi, giravano con il loro carretto trainato rò sciccarieddu per le viuzzue di Pozzallo proponendo il prezioso alimento bianco e, a volte, qualche altro prodotto come il formaggio. 
"TARANTELLA" era un commerciante della vicina Rosolini, proponeva pizzi e merletti oltre a qualche "staccu ri robba", il suo modo allegro e spassoso gli valse il sopranome.

Corrado Tarantella

 "DON PIPPO carte e buste" un omone tarchiato proponeva invece una mercanzia piu' raffinata, carte e buste per lettere di tutti i colori e per ogni esigenza. 
L'unico difetto che, ogni qualvolta lo chiamavi per vedere o acquistare la merce, piddia mezza jurnata ha raccontarti storie e anedoti. 
In quel tempo si usava, sopratutto per chi aveva figlie femmine, di conservare i capelli che rimanevano sul pettine, a volte veniva usato chiddu strittu per eventuali "prucci", per poi scambiarli che "zingari" in cambio di frutta di plastica o di altri prodotti come aghi e spagnolette. 
Si diceva che li utilizzavano per le bambole per la loro capigliatura. 
Bambole che erano presenti in certe abitazioni messe in bella mostra sopra il letto matrimoniale una volta "cunsatu" che cosce larghe ppi tenire ritte. 
Ci sarebbero altri personaggi più o meno folkoristici che hanno accompagnato la nostra infanzia ma, ho voluto soffermarmi su quelli che hanno destato la mia curiosità di bambino. 
Altri personaggi che mi sovvengono in mente non mi ricordo e, chiedo scusa a chi magari ricorda.

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                         - Silvana La Pira -

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