Vita da Quartiere.....
di Franco Blandino
La vita di quartiere, per analogie si può paragonare, con le dovute cautele, alla vita dei borghi feudali.
La vita scorreva a ritmi lenti, inesorabili scandita da personaggi e avvenimenti.
La giornata iniziava con il venditore di frutta che, non potevi fare che sentire la sua presenza vuoi, per alcuni, la voce squillante, vuoi per quei terribili artoparlandi sopra la cabina della lapa che, nelle ore di filinone rompevano i timpani e....non solo.
Il massaro era una presenza fondamentale, la ricotta nà "gravagna" o, il formaggio appena fatto erano usuali nella tavola di ogni famiglia.
Non mancavano i personaggi "illustri", Don Paulieddu con il suo carretto che vantava la sua mercanzia, "fino filo per raccamare...." era il suo tipico vociare, altri personaggi che ho menzionato nei post precedenti, riempivano le giornate. Per noi ragazzi di quartiere "il vignale", era il nostro posto di aggregazione, come penso in quasi tutti i quartiere.
"i cammareddi" (capanne), erano i nostri rifugi per fumare di nascosto, le sigarette erano fatte "ca catta i pagghia", con la carta che solitamente usavano in pescheria di color giallino. Non mancavano i giornaletti "hard", dove scoprivamo le prime nozioni sul mondo sessuale (aaahhhh).
La sera si cenava presto e ci si metteva al letto con solerte fretta per poi raccontarsi tra noi fratelli, gli avvenimenti della giornata. In estate invece, ci si riuniva davanti all'uscio di casa con i vicini. Si mangiava semi ri miluna che durante la giornata venivano messe al sole per asciugare.
Noi ragazzi giocavamo alle quattro cantuneri, o a mosca cieca, ma non ci allontanavamo
più di tanto.
Erano giorni che, allora noi ragazzi non ci rendevamo conto, magari cercavamo qualcosa di diverso, gli svaghi non erano alla "portata" di tutti e, con il nostro ingegno dovevamo sopperire a queste mancanze. Si organizzavano tra di noi, ragazzi e ragazze, autentiche feste di matrimonio o battesimo, ogn'uno portava un qualcosa e tutti insieme si mangiava.
In molti rimpiangono quei tempi di spensieratezza, di allegria e di amicizia senza alcun fine o scopo, oggi raccontando quei giorni ai nostri figli, viene il magone, non potranno mai capire come eravamo e chi eravamo.
Capita che andando in una pizzeria o avvenimento, o semplicemente a tavola, vedi tablet, iphon nella mano a chattare o commentare..........
Guardandomi indietro, vorrei seppur per qualche minuto, rivivere quei momenti, quei giochi e....sopratutto rivedere i miei cari.
A voi che leggete, vi auguro una serena e felice notte.
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