di Franco Blandino
C'erano "putie" di ogni genere, autentici punti di riferimento per le famiglie.
La mattina quando si andava a fare la spesa, quasi sempre a "carrenza", famosi i libri di color nero,
da qui il detto " viri ca si scritti a libbru niuru"....perché era usanza pagare a "quindicina" oppure " a misi appuntu". In quei minuti si scambiavano opinioni, chiacchiere di avvenimenti e gossip di paese
(antica usanza). C'erano poi putie che erano invece delle istituzioni, una di questi era
"A' putia ro vinu ro zu Francisco", ossia Francesco Campanella. A' putia si trovava in una piccola stradina alle spalle della piazza e " spricciava anfacci" allo studio del Dott. Giunta (padre).
L'ingresso era costituito da un piccolo bancone sormontato da una botte posto di fronte.
A destra un tavolo con una panca e delle sedie, a SX un piccolo gabinetto. Da dietro il bancone era visibile la cucina a DX mentre a SX tre scalini conducevano in due piccole salette.
A putia era famosa per il duo "bollito" e per "a carni no sugu", oltre naturalmente per il buon vino.
Per noi ragazzi di allora, era punto di riferimento la domenica, dopo il cinema,
per comprare a' pizza muddiata, un autentico mattone per la sua consistenza, costava 50 lire e non dimentichiamo u bicchieri ro passitu
.r.i.p. cumpa' Francisco..........
Nessun commento:
Posta un commento