Negli anni ’60 con tale nome si indicavano anche coloro che andavano in giro per le strade, portando con sé la merce (biancheria, lenzuola, coperte, asciugamani e stoffe più o meno pregiate).
La merce acquistata si poteva pagare subito oppure a rate (settimanali o mensili).
In tal modo si potevano spalmare nel tempo spese altrimenti non sostenibili, quali ad esempio quelle per il corredo nuziale delle ragazze.
Dagli anni ’80, poi, molti pannazzari hanno aperto dei negozi o ceduto il mestiere alle donne.
Le pannazzare, al riguardo, fino a pochi anni fa sono state parte integrante della vita familiare.
A differenza degli uomini, infatti, le donne potevano entrare nelle case (nonostante l’assenza dei maschi) e fermarsi a chiacchierare mentre si guardavano i capi del corredo.
Oggi sono diverse le opzioni per acquistare capi, panni e tessuti: negozi, mercati settimanali, web.
Il mestiere del pannazzaro è quasi del tutto scomparso, anche se c’è ancora chi - in particolare stranieri - presentano la propria merce a domicilio, girando casa per casa
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