26 novembre 2017

" Visitare Murano e Burano "



Le casette colorate sono il segno distintivo dell’isola di Burano. Sono l’attrazione che spinge le persone a visitarla e anche il ricordo che più resta impresso quando si lascia l’isola. 
La leggenda vuole che in passato i pescatori avessero colorato le loro case per differenziarle le une dalle altre e poter riconoscere 
la propria anche da lontano, 
ritornando dal mare dopo la pesca.

La leggenda del merletto di Burano

La lavorazione del Merletto è una delle attività secolari dell’isola. La leggenda racconta di un pescatore promesso sposo che riuscì a resistere al richiamo delle sirene. La regina delle sirene, rimasta impressionata dalla fedeltà dell’uomo gli regalo un velo nuziale fatto con la schiuma del mare. Quando la sposa indossò il velo, la sua bellezza era tale che tutte le donne dell’isola, invidiose del dono fatto al marito dalle sirene, provarono ad imitarlo utilizzando ago e filo. 
Fu così che sull’isola iniziò la 
tradizionale lavorazione del Merletto.



Le casette colorate sono il segno distintivo dell’isola di Burano. Sono l’attrazione che spinge le persone a visitarla e anche il ricordo che più resta impresso quando si lascia l’isola. 
La leggenda vuole che in passato i pescatori avessero colorato le loro case per differenziarle le une dalle altre e poter riconoscere 
la propria anche da lontano, 
ritornando dal mare dopo la pesca.


Il tempo di solito è tiranno, ma chi ne avesse l'opportunità, deve andare a visitare almeno le due isole principali della Laguna veneta. Murano conosciuta internazionalmente come l'isola del vetro offre al visitatore attento anche una dimostrazione della millenaria lavorazione del vetro e chi volesse può Prenotare visita alla fornace. La sua storia, indissolubile da quella di Venezia, porta ancora i segni nella romanica Basilica dei Santi Maria e Donato ed i suoi magnifici Mosaici Medievali. Burano invece è la patria del Merletto. Con le sue case colorate con colori sgargianti,blu, gialle, arancio, rosse, sono una vera delizia per gli occhi e per apparecchi fotografici. La vicina Torcello, con la Cattedrale dell'Assunta ed allo splendido Museo di Torcello, apre ancora di più il panorama storico sulla città lagunare, 
gettando uno sguardo nella Laguna ai tempi 
dei romani. 

Il vetro veneziano è sodico, come nell’antica tradizione mediterranea. Significa che alla silice, che è una sabbia destinata a diventare vetro mediante fusione, si aggiunge la soda per consentire la fusione a temperature minori. La potassa, alternativa alla soda, tipica dei paesi nordici, genera un vetro brillante idoneo alla molatura e all’incisione (come il vetro piombico inglese), ma non alle complesse lavorazioni a caldo, tipicamente veneziane. La miscelazione delle materie prime avviene la sera, alla fine dell’orario di lavoro, e la preparazione del materiale dura tutta la notte: alle due materie prime fondamentali si aggiungono lo stabilizzante (come il carbonato di calcio), i decoloranti o i coloranti, ed eventualmente gli opacizzanti. Il forno a riverbero fonde le materie prime alla temperatura di circa 1.400° e i vetrai alla mattina trovano il materiale fuso, pronto per la modellazione. La pasta di vetro rimane duttile fino alla temperatura di 500°. Il gruppo di lavoro è costituito dalla piazza, composta da serventi e garzoni, che viene coordinata dal maestro. L’opera può essere, poi, rifinita a freddo da esperti molatori che procedono alla levigatura o ad altre rifiniture; l’incisione figurativa è eseguita in laboratori indipendenti, dove operano decoratori altamente specializzati. Se la decorazione prevista è lo smalto, l’oggetto passa in un laboratorio specifico nel quale vengono eseguite la pittura e la ricottura dello smalto.



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